Kunstausstellung von Bita Boloukat
Die Ausstellung präsentiert Gemälde, die eine besondere Interpretation der Natur in der abstrakten, persönlichen Sprache der Künstlerin zeigen. Die Harmonie und der Tanz zwischen den vollen Räumen und der Leere werden durch weisse Nuancen vermittelt. Dieses Weiss, das in allen Werken der Künstlerin vorkommt, deutet auf den mysteriösen Teil des Lebens hin.
Vernissage am 8. November 17 Uhr – 2025
Ausstellung jeweils Samstag 14-17 Uhr, Sonntag 11-17 Uhr
Indirizzo di contatto |
Kulturverein Ermitage
6375 Beckenried +41 79 509 59 52 info@kulturverein-ermitage.ch |
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Località | Kulturraum Ermitage Dorfstrasse 30 6375 Beckenried Schweiz |
Event Homepage | https://www.kulturverein-ermitage.ch |
Prezzo |
Eintritt frei
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Bita Boloukat – “Il silenzio del vuoto”

Il silenzio del vuoto
Mostra di pittura di BITA BOLOUKAT
Monza, 13.01.2025 – Si inaugura martedì 4 febbraio presso lo spazio espositivo Manzoni16 di Monza la nuova mostra personale di BITA BOLOUKAT, giovane e interessante artista iraniana. L’esposizione offre l’occasione straordinaria di conoscere una pittrice con una importante storia alle spalle ed una sensibilità espressiva che riesce a contenere tutta la bellezza della vita raccontandosi attraverso l’affascinante e immenso linguaggio dell’arte, in bilico tra il fascino della storia dell’arte italiana e la cultura più antica del Medio Oriente.
“Il processo creativo sviluppato per i miei dipinti si basa sulla traduzione della natura in un linguaggio astratto personale. Nella mia arte, attribuisco grande importanza all’armonia tra gli spazi vuoti e pieni.
Il colore bianco è un vuoto che racchiude un significato profondo, rappresentando la parte misteriosa, invisibile e spirituale della vita.
In queste composizioni, ho scelto intenzionalmente una palette limitata composta da pochi colori armoniosi.” (Bita Boloukat)
Rinascita e bellezza
“Sono profondamente onorato di presentare la mostra di Bita Boloukat presso lo spazio espositivo di Manzoni 16 a Monza, un luogo che esalta al meglio la maestosità delle sue opere e il suo raffinato stile. La mia ammirazione per questa artista va oltre il piano professionale; è una stima personale che si radica nella sua capacità di intrecciare, con rara maestria, due culture tanto diverse quanto affascinanti: quella iraniana, che rappresenta le sue radici profonde, e quella italiana, che ha scelto come patria d’adozione.
Bita Boloukat, nata in Iran e formatasi presso l’Università delle Arti di Teheran, ha maturato fin dagli esordi una fascinazione per l’Italia, che l’ha condotta a Milano, dove ha completato la sua formazione accademica laureandosi in Architettura presso il Politecnico. Questo duplice percorso formativo si riflette nella sua produzione artistica, che fonde sensibilità e discipline apparentemente distanti.
Osservando le sue opere, emerge un’esplorazione del paesaggio che è al contempo reale e simbolica. Attraverso un linguaggio pittorico astratto, Bita traduce le memorie di un villaggio iraniano, a nord di Teheran, oggi scomparso, in una dimensione evocativa. Ogni opera è un omaggio a quell’architettura arcaica, rievocata con una tecnica che combina sapientemente acrilico, olio e foglie d’oro. Questi materiali, uniti alla tradizione dell’Āine-kāri – l’arte iraniana del taglio degli specchi –, donano alle sue creazioni una qualità di luminosità e profondità che cattura lo sguardo e lo spirito.

Riflesso del solo nel mare di Bita Boloukat
Il bianco, elemento ricorrente nelle sue opere, non è un vuoto: è un’essenza, un luogo spirituale che accoglie il visibile e l’invisibile, il materiale e l’immateriale. Come affermava Wassily Kandinsky, “Il bianco suona come un silenzio che improvvisamente possiamo comprendere”. In Bita, questo colore diviene veicolo di introspezione, una dimensione in cui i ricordi si intrecciano a simboli personali e universali.
Ciascuna opera è un viaggio nell’intimità dell’artista, un racconto di rinascita e resilienza. La sua storia personale, segnata da momenti di rottura e da una successiva e potente maturazione, si riflette in un percorso artistico che non si limita a rappresentare, ma invita a meditare. La sua capacità di armonizzare gli opposti – il pieno e il vuoto, il colore e la luce, l’Oriente e l’Occidente – è una celebrazione della bellezza dell’incontro culturale, una testimonianza dell’arte come linguaggio universale.
Le grandi dimensioni delle sue tele, esposte a Manzoni 16, consentono una piena immersione nel suo mondo. Sono finestre che si aprono su un paesaggio interiore, dove ogni dettaglio è carico di significato e ogni elemento è parte di un’armonia più ampia che le appartiene nel profondo della sua anima sensibile.
È raro incontrare un’artista che, come Bita, riesca a coniugare una raffinatezza estetica innata con una profonda sensibilità per la memoria e l’identità. La sua arte non è mai fredda o distaccata; è, al contrario, un invito a condividere emozioni, a riscoprire il valore delle radici e a celebrare la possibilità di trasformazione.
Scrivere di lei è per me non solo un privilegio, ma un viaggio intellettuale ed emotivo, che mi porta a riflettere sul potere dell’arte di unire mondi lontani. Come scriveva Rumi, il grande poeta persiano, “Siamo tutti fili di una stessa trama”: le opere di Bita ci ricordano che è proprio nella fusione delle differenze che risiede la vera bellezza.”
Alberto Moioli